Dalla “Guida Morelli” del 1884 – Brano tratto dal volume “da Capedemonte al Guasco” di Sanzio Blasi – 1972
“Lungo la bella strada del litorale Adriatico, alle falde dell’Astagno e poco discosto da Porta Pia, fra giardini di recente formazione sorge questo grandioso Stabilimento preceduto da ampio piazzale ove si arresta un ramo del tramway (a cavalli).
Costruito secondo le migliori discipline artistiche e senza limiti di spesa è corredato di tutti i migliori sistemi, suggeriti dall’arte salutare e dalle esigenze della moderna civiltà. Esso fu inaugurato il 25 Giugno dell’anno 1882.
Accrescono ornamento, gaiezza e salubrità al luogo spesse aiuole rivestite di fiori e di ricca vegetazione; giardini popolati di piante e statue. Nel centro dei giardini predetti, si trovano superbe vasche circondate da masse di stallatiti in mezzo a cui si elevano graziose fontanine. Per gli svariati divertimenti, poi, che vi si danno, questo Stabilimento è il punto di ritrovo dell’aristocrazia anconitana, convegno graditissimo alla cittadinanza tutta, luogo infine di delizia e di meraviglia per i forestieri che ivi in gran numero e da tutte le parti vi convengono.
Nel piano-terra dell’edificio centrale, oltre i locali destinati alla dispensa dei biglietti e al guardarobe, sonovi altresì le sale di conversazione, da ballo, di lettura ecc., e nella parte sinistra, trovansi le altre sale ad uso restaurant.
Nel piano superiore hanno sede la Direzione Sanitaria, le sale di ricevimento, grandi terrazze e superbi loggiati per trattenimenti, da cui si gode gradevolissima vista.
Il braccio sud del grande locale è tutto occupato dalla parte di Stabilimento destinata alle cure idroterapiche, riccamente fornito di tutti gli apparecchi adatti ai diversi bagni. Vi si accede da un elegante salottino e vi si prendono doccie di ogni specie in grandi vasche di marmo; bagni semplici, medicati, sulfurei, salsi misti, generali o parziali; bagni a vapore. Evvi apposito camerino per la respirazione dell’aria compressa e rarefatta e per le cure elettriche. Ciò che però merita più particolare menzione è certamente la camera destinata alla inalazione dell’acqua marina. In essa, giornalmente, ha luogo la nebulizzazione dell’acqua di mare la quale, a parecchie atmosfere di pressione, irrompe polverizzata da quattro becchi riempendo tutto l’ambiente di fittissima nebbia.
Ai lati di questa imponente fabbrica sorge la lavanderia, il Club dei canottieri e il grazioso teatrino.
Nel vasto piazzale intorno formato dai tre bracci del fabbricato suddetto, si passa in mare merce un ponte lungo metri 19 e largo 3, unito per corridoio lungo metri 27 circa e largo più di 12, sulla piattaforma: senza dubbio la più bella e ridente per vastità, comodità e posizione e la cui vista spazia incantata per circostante litorale, dalla vicina Falconara alla lontana Pesaro.
Circa a mezzo della piattaforma coperta di tela a forma di padiglione, si dipartono sul mare ben cento camerini e, intorno a questi, trovansi costantemente barche di sorveglianza e salvataggio, lancie per divertimenti; sandolini e velocipedi marini solcano continuamente le onde.
La Direzione Sanitaria dello Stabilimento è affidata al distinto ed esimio dottore onorevole Mario Panizza, professore di clinica e patologia speciale medica della Regia Università di Roma e deputato al Parlamento nazionale coadiuvato con somma efficacia dal locale medico Prof. F. Ferdinando Turchi.
La città di Ancona sentiva forte il bisogno di questo piacevole luogo di ritrovo aperto a tutti perché all’elegantissimo Circolo Cittadino “Casino Dorico”, l’ammissione dei soci era controllatissima e severamente vagliata dalle commissioni a tale fine nominate e quindi in poco tempo lo Stabilimento Marotti divenne meta gradita ai giovani e famiglie.
A Rimini nel 1871 si era già inaugurato un grande Stabilimento Balneare.
I bagni di mare non avevano ancora preso la voga che acquisteranno invece a fine secolo, ma incominciavano ad appassionare le classi abbienti.
Sorgono Stabilimenti anche in Liguria ma sempre con netta separazione tra gli uomini e le donne come al “Nettuno” di Ancona. Anzi in Liguria la mattina era permesso agli uomini, il pomeriggio alle donne.
In tutte le spiagge era evitato alle signore di mostrare le poche nudità sul percorso dalle cabine al mare e gli stabilimenti, compreso il Marotti di Ancona, e così le cabine private, erano costruite su palafitte in mezzo all’acqua.
Quasi contemporaneamente si sentì il bisogno di aprirne un altro che venne chiamato il “Nettuno” e fu autorizzato dal Consiglio Sanitario Provinciale con la prescrizione che fosse installato sul Molo di Ponente con la fronte rivolta al mare libero.
Due enormi gabbie galleggianti, una per gli uomini ed una per il gentil sesso, emergevano dalla superficie del mare con la sola asse orizzontale che faceva da corrimano e tutto il resto dell’enorme gabbione verniciato di bianco, rimaneva sommerso a garantire la sicurezza di chi non era esperto del nuoto. Durante le feste e nella stagione invernale i due vasti gabbioni, a mezzo di carrucole e corde, venivano issati in aria affinché non subissero la deleteria azione della salsedine e dell’acqua.
Il grande divertimento dei ragazzi più esperti nel nuoto, consisteva nel fare dei lunghi “fiati” sotto il gabbione riservato alle donne, alle quali facevano emettere strilli di spavento quando attraverso le assicelle del fondo, acchiappavano i piedi ora all’una, ora all’altra.