Questo post vuole mostrare due immagini della scomparsa Via Saffi, ed in particolare dei “Voltoni” che si trovavano lungo la strada, il tutto portato via dai bombardamenti del 1943. Con l’occasione, in fondo alla pagina trovate la voce di Via Saffi tratta dal volume “Ancona dentro le mura” di Vincenzo Pirani, se ne volete sapere di più sulla via e sul suo tragico destino.

Crediti – ICCD – Archivio Gabinetto Fotografico Nazionale, Ancona Italia 1921-1922, Autore Carboni Carlo
Crediti – ICCD – Archivio Gabinetto Fotografico Nazionale, Ancona Italia 1921-1922, Autore Carboni Carlo

Note dal volume “Ancona dentro lemura” di Vincenzo Pirani

SAFFI (Via Aurelio), da Piazza Santa Maria al Largo Palunci o Via
della Serpe.

L’attuale Via Saffi è solo un tratto di quella che già aveva tale toponimo e che aveva sostituito quello assai più antico di Via del Porto. Partendo da Piazza S. Maria, arrivava, infatti, sino alla Barriera di S. Primiano, cioè all’ingresso del Cantiere navale. Prima della costruzione della Loggia dei Mercanti, 1442, la Via del Porto doveva però iniziare sin dalla Piazza di S. Nicola, attuale Piazza della Repubblica. L’intitolazione ad Aurelio Saffi avvenne dopo l’Unità d’Italia. La ricostruzione della zona del Porto, dopo i danni bellici 1943 – 1944, comportò la formazione di una nuova strada, il Lungomare Vanvitelli, che occupò parte dell’antica sede di Via Saffi e parte del sedime degli edifici abbattuti. Il primo fino all’antica fortificazione, è ancora quello originario ed è quello che ha conservato il nome.
Degli antichi palazzi che la fiancheggiavano è rimasto, seppure maltrattato prima dai danni bellici, poi dalla ricostruzione (che demolì l’originario scalone), quindi dal sisma, il Palazzo Pichi. In esso sono ancora rimaste le vestigia del preesistente edificio quattrocentesco conglobate nella ricostruzione settecentesca. Il palazzo settecentesco, a sua volta, era stato adattato ad appartamenti indipendenti. È da auspicare che la riparazione dei danni sismici non sia un rimedio peggiore del male.
Era inoltre rimasta la parte basamentale del Palazzo Mancinforte; anche questa è però sparita e gli elementi decorativi e strutturali sono stati reimpiegati con ben altro spirito e funzione nell’edificio eretto sull’area del precedente.
In fondo alla strada, conglobata nella nuova Caserma della Guardia di Finanza, rimane un’antica porta della città, realizzata tra il XII e il XIII secolo, con parti delle antiche mura.