Questo non so se sia un modo di dire comune alla gente anconetana, o se invece era caratteristico del mio “entourage” familiare, tipo mamma, nonna, o parenti più grandi. Da bambino capitava, a volte, che qualcuno ti chiedesse di fare qualche piccolo favore, ad esempio portare un oggetto, raccogliere qualcosa caduto a terra, e via dicendo. Se tu nicchiavi, non dimostravi un grande slancio per fare quanto richiesto, ti sentivi dire con voce suadente: “Dai che dopo nona te rigala…”
In cosa consistesse il “rigalo” non era dato sapere in anticipo, ma comunque non si andava oltre una caramella, al massimo due caramelle…