La Casa del Mutilato ad Ancona è un edificio costruito nel 1938 su progetto dell’Architetto Angelo Eusebio Petetti. Il fabbricato, che sorge nel centro storico di Ancona, rappresenta concretamente il destino che troppi manufatti artisticamente e storicamente preziosi subiscono, soggetti a processi di profondo degrado a causa della incuria e dell’abbandono da parte delle amministrazioni pubbliche, sempre giustificati dal ricorrente motivo della mancanza di fondi, vero in parte, ma non unica causa di questi deprecabili comportamenti.
Oggi, dopo varie e contraddittorie vicissitudini durate anni, la storia della Casa del Mutilato sembra aver preso una direzione certa, con la vendita ad una società privata che trasformerà l’edificio in un Hotel a 5 stelle con annessa Spa. Naturalmente si parla di vincoli a carico della società proprietaria al fine di assicurare la fruizione pubblica di almeno una parte dell’immobile, ma staremo a vedere se al concretizzarsi delle decisioni assunte tutte le positive premesse e promesse saranno veramente portate a compimento.
A difesa dell’edificio si è costituito un Comitato, grazie all’azione e allo stimolo di Alessandra Maltoni, nipote del celebre scultore anconetano, Mentore Maltoni, l’artefice della “gemma” che impreziosisce il fronte esterno del palazzo, unitamente alla statua della Vittoria Alata di Sanzio Blasi. Il Comitato ha raccolto intorno a questo obiettivo enti pubblici e studiosi, che hanno dato vita nel 2019 ad un Convegno per riflettere e cercare di sensibilizzare soggetti pubblici e privati sul recupero e riutilizzo dell’immobile storico.
La storia sarebbe lunga da raccontare in tutti i suoi risvolti, e per questo vi mettiamo a disposizione una nutrita serie di documenti e articoli di stampa (ovviamente una selezione dell’abbondante mole di informazioni reperibili) dalla cui lettura potrete ricostruire autonomamente la storia e capire cosa ha portato alla situazione attuale.
Resta inteso che chi avesse ulteriore documentazione può contattarci alla mail postamaster@anconanostra.it
La Casa del Mutilato di Ancona – Architetto Angelo Eusebio Petetti
da Wikipedia

L’opera più nota di Petetti è la Casa del Mutilato di Ancona, nata come sede cittadina dell’Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra. Nel 1938 venne indetto il concorso nazionale per la sua realizzazione, vinto da Petetti con il motto “luce del sacrificio”. Per questo edificio Petetti adottò uno stile neoclassico semplificato, dichiarando che riteneva necessario richiamarsi alla casa madre dell’Associazione, quella di Roma, opera di Marcello Piacentini.
Nella facciata, il bassorilievo dell’arengario e lo stemma della città sono opera dello scultore anconitano Mentore Maltoni. All’interno sono presenti altre opere d’arte, occultate nel 1977 da pannelli di cartongesso: lo scalone d’onore era dominato dalla statua della Vittoria alata di Sanzio Blasi, mentre nel salone delle assemblee spiccava un altorilievo di Alterige Giorgi raffigurante San Sebastiano e probabilmente anche dipinti murali di Otello Giuliodori.
L’edificio conservò la sua destinazione originaria sino al 1972. Dal 1977 fu sede del consiglio regionale delle Marche; nella stesura del progetto di adattamento si decise di privare gli interni del palazzo della loro connotazione storica, occultando anche tutte le opere d’arte presenti, sotto i già citati pannelli di cartongesso, mai più tolti in seguito, tranne quello che nascondeva la statua della Vittoria alata.
Anche dopo il trasferimento della sede del Consiglio regionale, sino al 2007 l’edificio continuò ad essere utilizzato dalla Regione Marche, come sede della biblioteca regionale. Dal 2007 l’edificio è chiuso e in progressivo degrado. Nel 2017 fu fondato un comitato, a cui aderirono, tra gli altri, anche gli eredi del progettista e degli artisti che hanno lasciato le loro opere nel palazzo; il comitato si assunse il compito di sollecitare le istituzioni affinché si ponesse termine al degrado e si destinasse l’edificio ad una funzione consona alla sua importanza.
Nel 2024 la giunta comunale autorizza la destinazione ad albergo dell’edificio. I lavori di adeguamento dovranno rispettare i vincoli imposti dalla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio, che impongono la conservazione di tutti gli elementi decorativi del piano terra, del primo e del secondo piano, compresi pavimenti ed infissi. Verranno mantenuti i prospetti esterni, compresi gli infissi delle finestre e saranno restaurati gli elementi scultorei. Verrà invece rimosso quanto realizzato nel corso degli ultimi decenni, che aveva alterato l’aspetto originario, come doppie finestre, controsoffitti e i pannelli murali che nascondono le pareti originarie. Per gli ambienti di maggiore rappresentatività, al piano terra e al secondo piano, dovrà essere assicurata la fruizione pubblica.
Note sulla figura dell’ Architetto Angelo Eusebio Petetti – da Wikipedia
Raccolta di immagini dal web
Testi e link per approfondimenti
Indice dei testi
- 10 settembre 2010 – FAI Fondo Ambiente Italia
- 4 ottobre 2015 – Fatto&Diritto di Giampaolo Milzi
- 3 ottobre 2017 – Cronache Ancona.it di Giampaolo Milzi
- 24 ottobre 2019 – Università Politecnica delle Marche Comunicato
- 29 gennaio 2020 – ANMIG Marche Comunicato
- 02 novembre 2020 – Youtube Video
- 24 novembre 2023 – Corriere Adriatico Maria Cristina Benedetti
- 24 Novembre 2023 – CentroPagina.it Niccolò Moricci
- 09 luglio 2024 – Il Resto del Carlino Redazione
- 09 luglio 2024 – CronacheAncona.it Redazione
- 22 luglio 2024 – AnconaToday.it Antonio Bomba
10 settembre 2010 – FAI Fondo Ambiente Italia
La bella e gloriosa ex Casa del Mutilato è diventata un fantasma urbanistico. Un edificio di pregio nel pieno centro di Ancona, sprangato da alcuni anni, vittima di crescente degrado e dell’attacco dello smog, abbandonato di fatto e per troppo tempo dalla proprietà, che fa capo all’ente Regione Marche.
Alto tre piani, l’immobile presenta sul fronte principale decorazioni scultoree, bassorilievi, fregi e stemmi. Su tutti, prevale per eleganza e valenza artistica l’Arengario, ovvero il balcone opera del celebre scultore anconetano Mentore Maltoni. E conserva al suo interno almeno altre due gemme: la statua della Vittoria Alata, in marmo di Carrara, firmata dall’altrettanto celebre collega anconetano Sanzio Blasi; l’altorilievo raffigurante San Sebastiano, in una nicchia del salone per le cerimonie nel piano rialzato.
Ma nessuno conosce, attualmente, lo stato di salute di questi importanti reperti. Fino alla seconda metà degli anni 70 si tratta effettivamente, in tutto e per tutto, della Casa del Mutilato. In quando il prestigioso edificio non solo è storica proprietà dell’Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra e ne ospita la sede della sezione di Ancona; la sezione ha a disposizione tutti gli ampi spazi e uffici disposti su più quote e raggiungibili grazie ad eleganti scalinate, e soprattutto il grande e sontuoso salone al piano rialzato, teatro di eventi, cerimonie e celebrazioni.
Ma proprio la Regione, nel dicembre 1977, affitta il Palazzo, insediandovi il Consiglio regionale con relative assemblee e occupando per le sue necessità istituzionali gran parte della superficie dei locali pari a 1670 metri quadri (lorda) e a 1255 (calpestabile). Poi, il 27 marzo 1991 (a seguito di una legge regionale mirata) il massimo ente locale acquista l’edificio per 1 miliardo e 800milioni di lire e lo sottopone a imponenti lavori di riqualificazione e riadattamento del piano seminterrato e del piano terra, necessari perché sia perfettamente adeguato a sede di rappresentanza del Consiglio regionale.
E l’ex proprietaria Associazione mutilati? Pur conservando la sede nella sua ormai ex Casa, sebbene ridotta (con ingresso in via Astagno), inizia dopo un po’ ad accusare crescenti disagi logistici.
Nel 2007 la svolta: la Regione trasferisce il Consiglio regionale nell’ex Palazzo delle Ferrovie in piazza Cavour; poi nello stesso edificio (piano terra, lato accanto alla sede Inps) ricava la nuova residenza per l’Associazione mutilati. Che quindi, nel dicembre 2009, viene sfrattata da corso Stamira. Uno sfratto annunciato: nella primavera precedente, la Regione le aveva disattivato l’ascensore di servizio e nel 2008 l’impianto di riscaldamento. E uno sfratto più che necessario, sebbene un po’ traumatico: perché la Regione, già il 4 dicembre 2006, aveva messo in vendita la Casa del Mutilato al prezzo di 2 milioni e 826mila euro. Ma l’asta pubblica era andata deserta. Un flop che si ripete altre due volte, con l’asta del 27 luglio 2010 e quella del 6 dicembre 2011, sebbene il prezzo di vendita sia sceso a 2 milioni e 420mila euro. Dati e cifre fornitici in una nota dall’assessorato regionale al Patrimonio, che ringraziamo. Nella stessa nota due notizie: in considerazione che per ben tre volte l’asta ha avuto esito negativo, si effettuerà una nuova proposta di vendita pubblica con la riduzione del prezzo a base di gara di un ulteriore 10%. E la conferma che in passato non sono stati effettuati interventi di restauro, che sono invece oggi previsti conservativi.
4 ottobre 2015 – Fatto&Diritto di Giampaolo Milzi
Il Palazzo e la Vittoria “mutilati”. Statua di Blasi, che fa la Regione?
Umida, sporca, la spada impugnata dal braccio destro spezzata. Ingrigito e opacizzato il marmo di Carrara in cui il celebre scultore anconetano Sanzio Blasi la scolpì. La foto della statua della Vittoria Alata emblematizza e stigmatizza il cronico stato di degrado in cui versa da 16 anni l’elegante Casa del Mutilato, che dal 1937 si affaccia imponente all’inizio di corso Stamira (civico 9), a due passi dal porto di Ancona. Un edificio di notevole valore architettonico, di fatto abbandonato a se stesso dalla Regione Marche, ente proprietario. Sono anni che ci piove e ci ripiove nel punto dove fu ed è ancora sistemata la pregevole statua, in uno slargo della scalinata che conduce su al terzo piano dello stabile, che fu progettato in stile neoclassico da Eusebio Petetti. Colpa delle infiltrazioni d’acqua provenienti dal controsoffitto lesionato. Ai piedi della Vittoria calcinacci e pezzi d’intonaco, amaro frutto anch’essi dell’umidità che aggredisce le pareti. La facciata principale, ricca di fregi, stemmi ed ornamenti ha assunto il colore della fuliggine, dello smog da traffico. Mostra anch’essa i segni di mancate seppur doverosissime opere di manutenzione. Arrugginiti gli infissi, marcite e deteriorate le finiture lignee. Deturpata da due scarabocchi in vernice spray l’inferriata del grande portone d’ingresso. Degrado e abbandono, da sempre, richiamano atti degradanti.
L’sos l’aveva rilanciato un’inchiesta-denuncia pubblicata su Urlo nel marzo 2014, raccogliendo l’allarmante esposto presentato da una donna – nata e cresciuta ad Ancona ma da un po’ trasferitasi per lavoro a Bologna – nel dicembre 2013 alla Soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici delle Marche. Quella donna è Alessandra Maltoni, nipote di un altro celebre scultore anconetano, Mentore Maltoni, l’artefice della “gemma” che impreziosisce il fronte esterno del palazzo: l’ampia balconata scolpita in bassorilievo, originariamente candida, il cosiddetto “Arengario”, che evoca, rendendo loro omaggio e gloria, i militari caduti, mutilati, feriti e rimasti invalidi durante la Prima guerra mondiale. Spinta dall’esposto della Maltoni – che tra l’altro segnalava il distacco e la caduta al suolo di una targa lapidea dalla parete dell’edifico che dà su via Astagno – e dalla raccolta di notizie sul caso che la redazione del nostro Urlo stava raccogliendo in quelle settimane, la Soprintendenza aveva scritto una lettera dal tono perentorio alla Regione, dopo una verifica compiuta in esterno dai suoi funzionari. Lettera in cui invitava l’ente a provvedere al più presto alla manutenzione, conservazione e tutela della Casa del Mutilato. Un ordine, più che un invito. In quanto l’immobile è oggetto del decreto n° 42 del 2004 emesso dalla Direzione regionale per i beni culturali, un atto avente forza di legge che impone a chi ne detiene il possesso – in questo caso la Regione, appunto – di garantirne la conservazione nel migliore dei modi. Siamo all’inizio dell’anno scorso. Bene, anzi male. Da allora la Casa del Mutilato è rimasta com’era, il fantasma si se stessa. Zero manutenzione. Nonostante, sebbene con grave ritardo e per evitare il rischio di sanzioni normative, l’assessorato regionale al Patrimonio e al Demanio (dell’allora Giunta guidata da Spacca) si fosse mosso. Come? Un paio di sopralluoghi tecnici, dall’esito rassicurante per quanto riguarda l’esterno (“non rilevati evidenti rischi di distacchi o crolli di elementi dalle pareti dell’edifico”), ma confermativo dello stato di degrado del sottotetto e delle infiltrazioni d’acqua. Va rilevato che la mancata evidenza di rischi di distacco non esclude l’esistenza (in incubazione) di quei rischi. E stupisce che il personale inviato dalla Regione, in quel febbraio 2014, abbia completamente ignorato la necessità di un sopralluogo all’interno dello stabile. Senza quindi preoccuparsi di verificare le condizioni di salute (precarie) della statua della Vittoria Alata né quelle dell’altra opera di pregio rimasta, l’altorlievo raffigurante San Sebastiano, posizionato in una nicchia del sontuoso salone per le cerimonie nel piano rialzato. Una scultura, questa, coperta da una moderna paratia divisoria, ma di cui Urlo riesce comunque a pubblicare una rarissima immagine. In ogni caso l’assessorato aveva deciso un restauro conservativo delle pareti e del solaio del sottotetto. Conferendone l’incarico alla Irma, la società di cui la Regione detiene il 100% di quote nata per gestire l’enorme patrimonio immobiliare del massimo ente locale. Purtroppo, a distanza di circa un anno e mezzo, Irma si è limitata, a sua volta, a conferire a una professionista privata, l’architetto Chiara Roccheggiani, l’incarico di predisporre il relativo progetto di messa insicurezza. Un progettino, sebbene preciso. Non per un intervento di corposa ristruttrazione, ma per un semplice “tamponamento”, una “impermealizzazione”. Il minimo indispensabile per scongiurare il protrarsi delle infiltrazioni d’acqua. Con tanto di autorizzazione e approvazione della Soprintendenza. Ebbene, neanche a questo minimo indispensabile ha provveduto la società Irma, salvo collocare striscioni che impediscono il passaggio ai pedoni sul marciapiede dove si era frantumata la targa lapidea. Nella primavera scorsa Alessandra Maltoni scrive di nuovo, una lettera ai consiglieri regionali e una diffida al ministero dei Beni culturali, in cui denuncia l’inammissibile ritardo delle opere di manutenzione. E siamo arrivati al settembre 2015. Di mezzo – ad allungare i già bizantini tempi della burocrazia politico-amministrativa – ci si sono messe le elezioni per il nuovo Consiglio regionale del maggio scorso. Pienamente insediatasi in modo operativo la nuova Giunta regionale, con l’estate agli sgoccioli, naturale chiedersi quale sia, per così dire, lo stato dell’arte. Uno stato che starebbe finalmente per registrare una svolta positiva in questa odissea urbanistica e di memoria storica. Fabrizio Cesetti, da tre mesi assessore al Patrimonio e al Demanio dell’esecutivo regionale guidato da Ceriscioli, dice di aver preso a cuore la vergognosa vicenda. A luglio a incontrato Alessandra Maltoni. Si è documentato. Ha appreso che – stante l’inerzia di Irma – già nel novembre e nel dicembre 2014 la Soprintendenza aveva sollecitato due volte la Regione ad attuare il prescritto intervento risanativo. “Vero, è una brutta vicenda, siamo in ritardo, ma non dipende da me. – commenta – Io mi sono dato da fare subito, perché la Casa del Mutilato è parte non solo della storia di Ancona ma di quella d’Italia. Un bene comune di grande valore che da questa storia abbiamo ereditato, che non a caso si trova a ridosso del centro storico del capoluogo regionale, e che abbiamo il dovere di salvaguardare”. Quindi? “Il 3 settembre sono andato di persona a rendermi conto della situazione sul posto. E sinceramente ne ho ricavato un brutta impressione. Ho visto la statua della Vittoria Alata, le lesioni al controsoffitto. Ma anche tanta polvere e disordine in giro. C’è umidità, è necessaria un’accurata ripulitura generale, anche all’interno, occorre ritinteggiare le pareti, verificare la tenuta dei cornicioni esterni. Ho fatto presente tutto ciò alla società Irma, inviandole una lettera l’8 settembre, ordinando interventi immediati, e sto aspettando la risposta”. Di più: “Nel caso che la risposta, con un preciso crono-programma dei lavori, non mi arrivi entro fine mese, farò in modo di esautorare Irma dall’incarico. Sarà il mio assessorato, sarà direttamente la Regione Marche a gestire quegli interventi di manutenzione che, ripeto, sono più che doverosi e assolutamente improcrastinabili. Anche perché sta per arrivare l’autunno, la stagione delle piogge, i rischi aumentano”.
Per quanto riguarda la sorta di “damnatio memoriae” che pare abbia colpito la statua della Vittoria Alata, l’altorilievo di San Sebastiano, i residui arredi del palazzo – oltre all’evidente necessità di interventi di risanamento anche sulle facciate (soprattutto quella principale) e nei locali interni – l’assessore si mostra ottimista: “Prima ripareremo il sottotetto. Poi faremo un nuovo sopralluogo tecnico all’interno dei locali, così come recentemente richiesto dalla Soprintendenza. Le statue vanno riportate al loro splendore originario. Arriverà il momento che, di concerto col l’assessorato al Patrimonio, penseremo a un progetto capace di dare nuova vita a tutto l’edificio”.
Edificio, va ricordato, sul quale la Regione puntò il suo interesse già a metà anni ’70. Tanto che nel dicembre del 1977 ne affittò gran parte dalla “storica proprietà”, cioè l’Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra – Anmig, insediandovi il Consiglio regionale che vi avrebbe tenuto le assemblee. Poi, il 27 marzo 1991, la Regione acquistò l’intera Casa del Mutilato, sborsando 1 miliardo e 800milioni di lire all’Anmig, e la sottopose ad imponenti e costosi lavori di riqualificazione e riadattamento al piano seminterrato e al piano terra, necessari perché risultasse pienamente adeguata a sede di rappresentanza del Consiglio regionale. Nel 2007, il trasferimento al palazzone delle ex Ferrovie dello Stato di piazza Cavour (dove due anni dopo si trasferirà anche la sede dell’Anmig) e la Casa del Mutilato che resta deserta. E finisce nel piano d’alienazione degli immobil della Regione. Ma la Regione non riesce a venderla in occasione di ben tre aste, tutte andate deserte (nel 2006, 2010 e 2011) nonostante un ribasso del prezzo base da 2 milioni e 826mila euro a 2 milioni e 420mila.
Nel marzo 2014, l’assessorato al Demanio della Giunta Spacca, aveva reso noto a ‘Urlo’ di avere annunciato una “nuova proposta di vendita pubblica con la riduzione del prezzo di un ulteriore 10%”. E confermato che “in passato non sono stati effettuati interventi di restauro, che sono oggi invece previsti di tipo conservativo”. Circostanza che non aveva certo contribuito a solleticare l’appetito di acquirenti già di per sé improbabili. “In ogni caso la Casa del Mutilato resta nel nostro piano di alienazioni immobiliari”, annuncia oggi il neo assessore Cesetti. Il quale non si nasconde dietro un dito, come esige del resto il buon senso: “Per vendere un’abitazione occorre sia pulita, in ordine, del tutto sana e sicura dal punto di vista strutturale”.
Un capitolo a parte sembra per fortuna aprirsi per le opere scultoree interne: non rischiano di finire sul mercato immobiliare assieme alla loro “casa”. Almeno stando a quanto assicura Cesetti: “L’ho detto e lo ripeto. Ne avremo cura. Per la Vittoria Alata di Blasi, e forse per la scultura del San Sebastiano, pensiamo a una diversa localizzazione”. Quale? “Tale da garantire la loro migliore fruizione pubblica possibile”. Una proposta in tal senso è giunta dalla prof.ssa Silvana Giaccaglia, presidente del Comitato regionale Marche dell’Anmig, dopo che nel giugno scorso aveva scritto una lettera alla Giunta regionale nella quale chiedeva “attenzione e cura per la Casa del Mutilato, ovvero il ripristino delle sue condizioni strutturali originarie, esterne e interne. “All’inizio di settembre ho incontrato Cesetti e ho affrontato con lui anche il problema delle opere. – ha detto la Giaccaglia – E gli ho suggerito di valutare per la Vittoria Alata uno spostamento nell’appena restaurata ex Polveriera di Castelfidardo, di proprietà del Comune di Ancona, al parco del Cardeto, considerato anche che ospiterà fino al maggio prossimo gli eventi culturali in occasione del centenario dello scoppio della Prima guerra mondiale”.
3 ottobre 2017 – Cronache Ancona.it di Giampaolo Milzi
Probabile marcia indietro per la vendita della chiusa, malandata ma ancora bellissima Casa del Mutilato, perché all’ente Regione Marche proprietario c’è chi pensa ad una futura riconversione – delineata da tempi quanto mai incerti – ad uso polo culturale dell’edificio in stile neo-classico “littorio-fascista”, realizzato nel 1937 dall’architetto anconitano Eusebio Petetti. Lo pensa e l’ha detto ieri, lunedì, Fabio Sturani, rappresentante e collaboratore strettissimo del presidente della Giunta regionale Ceriscioli, al tavolo di consultazione tenutosi al Palazzo delle Marche in piazza Cavour. Un’apertura, quella di Sturani, alla proposta formulata nel maggio scorso dai portavoce del Comitato civico (presenti al tavolo) per la valorizzazione dell’elegante immobile che si affaccia ad Ancona all’inizio di corso Mazzini. La brutta notizia è che per ristrutturare a norma questo immobile – in stato di progressivo e vergognoso degrado da quando, circa 10 anni fa, non ospita più gli uffici del Consiglio regionale (trasferitisi all’ex Palazzo delle Ferrovie in piazza Cavour – il massimo ente locale deve reperire almeno 2 milioni e mezzo di euro. Un mucchio di soldi necessari per rifare a dovere tutta l’impiantistica e le opere di restauro e risanamento interne ed esterne (infissi deteriorati, marcite le finiture lignee, sporcizia diffusa, scritte in vernice spray) oltre che assicurare la non vulnerabilità sismica La bella notizia è che al tavolo di ieri – presenti anche Daniele Salvi, capo di gabinetto del presidente del Consiglio regionale Mastrovincenzo, Paola Marchegiani in rappresentanza dell’assessore regionale alla Cultura Moreno Pieroni, l’assessore comunale alla Cultura Paolo Marasca e l’onorevole Piergiorgio Carrescia – Sturani ha assicurato di impegnarsi su due punti legati strettamente fra loro: realizzazione da parte della Regione di un’indagine spannometrica di pre-fattibilità per stimare esattamente l’onere della generale ristrutturazione della Casa del Mutilato (solo se si valuta che occorrono circa 1500 euro per ciascuno dei 1600 metri calpestabili dei tre piani più seminterrato ci si fa un’idea dell’impresa economica); convincere l’assessore regionale al Patrimonio, Fabrizio Cesetti, ad avallare l’indagine preliminare e a prendere atto, pragmaticamente, che alla Regione conviene tenersela la Casa del Mutilato, in quanto le possibilità che vada in porto una sua vendita grazie al successo di una messa all’asta (le prime tre sono andate deserte) o di una trattativa privata sono davvero minime. Va ricordato che il 30 giugno scorso, rispondendo ad una interrogazione del consigliere regionale del MSStelle Gianni Maggi, Cesetti si era attestato sulla originaria linea strategica: “La Casa del Mutilato resta destinata alla vendita e, per tale motivo, sono esclusi lavori di manutenzione straordinaria e/o di valorizzazione, in quanto gli stessi determinerebbero un ingiustificabile onere finanziario a carico della Regione piuttosto che dell’acquirente”. Tuttavia Cesetti aveva lasciato uno spiraglio molto stretto aperto all’sos pro valorizzazione e contro l’alienazione lanciato dal Comitato civico: “Non dispero di poter proporre l’assegnazione di questo bene a qualche istituzione pubblica o a qualche associazione di rilevanza pubblica che si faccia carico degli oneri di ristrutturazione”. Assegnazione in che modo? Magari tramite un comodato d’uso gratuito, giustificato da finalità pubbliche”. Cautamente ottimista Sturani: ‘“Parlerò con Cesetti, penso proprio che la Regione realizzerà l’indagine di pre-fattibilità, su questo c’è anche la disponibilità di un aiuto dalla facoltà di Ingegneria dell’Università Politecnica delle Marche (al tavolo c’era anche il prof. Clini, ndr.). Quanto al depennamento della previsione di una nuova asta, nessun problema: “Basta una semplice delibera di Giunta”. Il problemone, invece, è rappresentato dal secondo step: trovare le risorse finanziarie per la ristrutturazione.
Sturani: “AI tavolo si è deciso che la Regione, anche tramite la sua agenzia Svim, possa impegnarsi a sondare l’accesso a fondi ministeriali, penso a quelli Mibact, di bandi comunitari per servizi e/o infrastrutture, di sponsor privati, di fondazioni bancarie. Anche l’on. Carrescia è disposto a darci una mano in questo senso”.
Trovate le risorse, il terzo passaggio, sull’avallo dell’ipotesi di gestione come polo anconetano di storia moderna e contemporanea caldeggiata dal Comitato, coordinato dall’avvocato Angelo Gattafoni, composto da membri delle associazioni Mutilati e invalidi di guerra, Mazziniana, Città Futura, dell’Istituto Gramsci e da autorevoli cittadini, per lo più professionisti. Tra questi ultimi Alessandra Maltoni, una specie di “madrina” del comitato, nipote di Mentore Maltoni, lo scultore anconetano che forgiò l’Arengario, cioè la stupenda balconata, che si protende, oltraggiata dalla fuliggine, dalla facciata principale del palazzo, costellata quest’ultima di fregi, stemmi ed ornamenti corrosi anch’essi dallo smog; e Lucia Blasi (anche lei presente al tavolo), nipote di Sanzio Blasi, l’autore della magnifica statua in marmo di Carrara della Vittoria Alata presente e celata al pubblico dentro la Casa del Mutilato. Stessa sorte per un fregio nella ex sala delle conferenze e per altri dipinti murali firmati da Otello Giuliodori. Che, sembra una barzelletta, esistevano e quasi certamente ancora esistono, ma vanno individuati, perché probabilmente coperti da pannelli di cartongesso o intercapedini poste oltre 15 anni fa quando nella Casa del Mutilato si insediò il Consiglio regionale. La Soprintendenza – che ha vincolato la Casa del Mutilato come bene d’interesse storico-architettonico – ha chiesto che la Regione individui anche il bell’altorilievo raffigurante San Sebastiano, realizzato da Alderige Giorgi, ad ornamento del Salone delle feste.
Infine, ammesso che si compiano i passaggi sopra citati, anche i soggetti, molti parte del comitato, candidatisi a stabilirsi nel nuovo polo museale (che potrebbe ospitare anche la Deputazione di Storia Patria per le Marche), dovranno darsi da fare, con l’aiuto magari di speciali contributi regionali e soprattutto di fondi statali o sponsor privati, per trovare i fondi per la sistemazione interna del nuovo polo, con magari una sala comune per conferenze, e uffici diversificati. Il tavolo è stato aggiornato a fine novembre, inizi dicembre.
24 ottobre 2019 – Università Politecnica delle Marche Comunicato
La Casa del Mutilato di Ancona. Storia e prospettive di riuso
Convegno Casa del Mutilato. Comunicato stampa del 24 ottobre 2019
Una storia esemplare quella della Casa del Mutilato di Ancona, che dimostra quanto possono fare i cittadini nel sollecitare le istituzioni a prendersi cura del patrimonio storico-architettonico del nostro Paese.
L’avvio, sette anni fa, di un movimento di opinione, per riportare l’attenzione su un bene di proprietà pubblica in degrado com’era la Casa del Mutilato, si deve ad Alessandra Maltoni, la nipote di uno degli artisti che, negli anni Trenta, contribuirono al decoro del palazzo. Superando ostacoli insormontabili, è riuscita a coinvolgere in questo intento, oltre all’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna e all’Università Politecnica delle Marche, rappresentanti delle istituzioni, personalità politiche e privati cittadini. È nato cosi il “Comitato Storia e Cultura Linfa della Città”, che ha aggregato chi, con diverse motivazioni, ha ritenuto di appoggiare la battaglia intrapresa dalla Maltoni. Sostenuto da una campagna di stampa, ha ottenuto che il palazzo, di proprietà della Regione Marche, fosse ritirato dall’elenco dei beni in vendita e recuperato.
I principali protagonisti di questo percorso virtuoso si confronteranno in un convegno aperto al pubblico, il prossimo 31 ottobre, a partire dalle 10 nel Ridotto delle Muse ad Ancona, per raccontare una significativa pagina di storia di questa città e per discutere le prospettive di recupero e riuso della Casa del Mutilato. Con l’auspicio di aprire una nuova stagione capace di restituire ai cittadini altri beni e luoghi dimenticati.
Tra gli esiti felici di questo percorso, c’è la redazione di due volumi che illustrano sotto vari aspetti la storia dell’edificio, che fu sede, fino al 1972, dell’Associazione nazionale fra Mutilati e Invalidi di guerra. Saranno presentati, e potranno essere acquistati nel corso del convegno, il libro “Casa del Mutilato di Ancona. Un’architettura da scoprire e far rivivere”, che porta la firma, con quella dell’ingegnere Pamela Pigliapoco, del professore Placido Munafò, docente di Architettura tecnica di Univpm, e quello appena pubblicato, “Architettura tra le due guerre. La Casa del Mutilato di Ancona”, a cura di Donatella Biagi Maino, Matteo Cassani Simonetti e Alessandra Maltoni, dell’Università di Bologna.
Il convegno si apre alle 10 con i saluti delle autorità: l’assessore alla Cultura del Comune di Ancona Paolo Marasca, il presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Marche Antonio Mastrovincenzo, l’assessore regionale al Patrimonio Fabrizio Cesetti, i rettori di Univpm e dell’Università di Bologna Sauro Longhi e Francesco Ubertini, e della presidente del Comitato, dottoressa Alessandra Maltoni. Quindi, la giornalista Lucilla Niccolini introdurrà i lavori, ripercorrendo i passi di questa “storia esemplare”.
Seguiranno gli interventi dei relatori, coordinati dal professor Paolo Clini, docente di Rilievo e di Storia dell’Architettura di Univpm. Il professor Antonello Alici, ricercatore di Storia dell’Architettura di Univpm, illustrerà “Piani e progetti per Ancona tra le due guerre”; e il professor Matteo Cassani Simonetti, ricercatore di Storia dell’Architettura dell’ateneo bolognese, tratterà “Tra casa e sacrario. L’architettura della Casa del Mutilato di Ancona”. A seguire, “L’arte mutilata” sarà il tema della professoressa Donatella Biagi Maino, docente di Storia e Teoria del Restauro dell’Università di Bologna; e il professor Stefano Lenci, docente di Scienza delle Costruzioni di Univpm, tratterà della “Vulnerabilità sismica degli edifici storici”. Quindi, Placido Munafò e Pamela Pigliapoco illustreranno i contenuti del libro di cui sono autori, “Casa del Mutilato di Ancona. Un’architettura da scoprire e far rivivere”. Infine, la dottoressa Chiara Mariotti, dell’Università di Bologna, analizzerà i problemi dell’intervento di restauro della Casa del Mutilato.
Nella seconda parte del Convegno, una tavola rotonda, coordinata da Lucilla Niccolini, coinvolgerà la soprintendente all’Architettura, Paesaggio e Beni culturali delle Marche, Marta Mazza, l’assessore alla Cultura della Regione Marche, Moreno Pieroni, la professoressa Patrizia Dogliani, storica dell’arte dell’Università di Bologna, la responsabile anconetana dell’Associazione Mutilati e Invalidi di Guerra, Silvana Giaccaglia, il commissario dell’Istituto nazionale del Risorgimento italiano, Francesco Paolo Tronca e il presidente dell’Istituto Gramsci, Nino Lucantoni, con lo storico dell’arte Giorgio Petetti, nipote del progettista della Casa, e l’architetto Mauro Tarsetti.
29 gennaio 2020 – ANMIG Marche Comunicato
ANMIG e Fondazione – Associazione Nazionale fra Mutilati e Invalidi di Guerra
La Casa del Mutilato di Ancona torna all’attenzione della città.
La Casa del Mutilato di Ancona, dopo la pubblicazione lo scorso anno del libro edito dalla Sezione ANMIG di Ancona, torna di nuovo all’attenzione della città grazie all’attività di un Comitato Cittadino, di cui fa parte anche la nostra Associazione, rappresentata dalla Presidente Regionale Silvana Giaccaglia, che ha promosso anche un Convegno sulla sua storia e le prospettive di riuso.
Il Convegno, patrocinato dal Comune di Ancona, dal Consiglio della Regione Marche e dalle Università di Ancona e di Bologna, si è tenuto il 31 ottobre 2019 presso il Ridotto del Teatro delle Muse ed ha messo in evidenza le caratteristiche architettoniche dell’edificio, già dettagliatamente presentate nel libro edito lo scorso anno dalla Sezione ANMIG di Ancona, e quelle artistiche, che sono state invece approfondite nella pubblicazione dell’Università di Bologna intitolata “Architettura tra le due guerre – La Casa del Mutilato di Ancona” ed uscita proprio nel mese di ottobre.
Il Convegno ha presentato i temi e le problematiche relativi alla conservazione dell’edificio e delle opere in esso contenute, alla sua valorizzazione ed eventuale riutilizzo, temi fondamentali per il futuro in generale del patrimonio architettonico ed artistico del XX Secolo ed oggi spesso dibattuti sotto l’aspetto teorico e pratico del restauro architettonico.
La Casa del Mutilato di Ancona è infatti uno degli esempi di architettura del ventennio che si fondava su una fusione di caratteri che ne descrivevano allo stesso tempo le caratteristiche di casa, sacrario e sede di rappresentanza.
Inoltre l’edificio ha un grande valore sia perché realizzato con tecniche costruttive d’avanguardia per l’epoca sia perché presenta sulle sue pareti esterne ed all’interno diverse opere d’arte (bassorilievi, statue).
Oggi l’ipotesi di un suo ritorno all’uso fa sperare in un recupero sia dell’edificio come struttura e contenitore di opere artistiche che della sua funzione di testimonianza storica e di luogo di vita cittadina.
Al Convegno hanno partecipato le autorità Comunali e Regionali, i Rettori delle Università di Ancona e di Bologna, Ingegneri, Architetti e Storici che ne hanno illustrato le caratteristiche, la nostra Associazione nella persone della Presidente Regionale Marche ed un numeroso pubblico cittadino.
02 novembre 2020 – Youtube Video
Video di Alessandra Maltoni sul convegno. La Casa del Mutilato di Ancona. Storia di una Restituzione
24 novembre 2023 – Corriere Adriatico Maria Cristina Benedetti
Ancona, suite, spa, cocktail bar. Sbarca alla Casa del Mutilato l’hotel delle meraviglie
Si riaccende di storia la Casa del Mutilato. Oltre le sue finestre sbarrate da oltre 16 anni, all’inizio di corso Stamira, entro il 2025 (o pochi mesi dopo) potrebbero luccicar le stelle. Dell’accoglienza di lusso. Ventiquattro suite, una spa con percorso longevity, un cocktail-bar in stile metropolitano e un ristorante eleganza&tipicità saranno racchiusi in quel prezioso scrigno architettonico, progettato nel 1938 per l’Associazione Mutilati e Invalidi di Guerra, per anni sede dell’assemblea legislativa regionale. A firmare l’uscita dal limbo del degrado è il Gruppo dei tre, specializzato in camere con vista su fasto e benessere: Eugenio Gallo, l’amministratore delegato, che, con i soci Eros Cecconi e Giuseppe Galimberti, conta tra Civitanova e Ancona tredici strutture ricettive.
Le cifre – La posa del primo mattone della rigenerazione risale a lunedì 30 ottobre, quando è stato firmato il compromesso con la Regione che, di quell’edificio di pregio nel pieno centro di Ancona, è proprietaria.
Ridotti a fantasmi urbani, sotto perenne attacco di traffico e smog, quei tre piani, ornati di decorazioni, scultore, bassorilievi, fregi e stemmi, sono finalmente proiettati verso il domani. “Abbiamo versato – Gallo sistema il tassello d’esordio – una caparra di 200mila euro, con l’impegno di presentare entro un anno il progetto esecutivo”. Allo scadere dei 12 mesi, verrà definito l’acquisto fissato in 1,7 milioni di euro. Tra rilievi, conteggi e proiezioni, la squadra che vuol fare di un’idea un punto di forza per il capoluogo è operativa: gli architetti Corrado Baldelli e Pierfrancesco Tisci e l’ingegnere Christian Strologo si muovono all’unisono. “Sono molto ottimista – è ancora la voce di Gallo – realizzeremo un albergo al massimo del livello che ci verrà consentito in relazione agli spazi comuni disponibili”. Da cinque stelle alla dimora storica, comunque sarà innanzitutto il top. “Abbiamo contattato anche Relais & Châteaux, l’associazione che raccoglie 500 locali di pregio in 60 paesi, sparsi nei cinque continenti”. Un passaggio sarà imprescindibile: i vincoli che insistono sulla palazzina, che si apre all’angolo del corso, renderanno indispensabili, per l’approvazione del piano, le autorizzazioni di Municipio e Sovrintendenza. “Il nostro obiettivo e il nostro impegno – l’ad è perentorio – saranno di preservare e recuperare i materiali esistenti”. Non verrà intaccata l’eleganza dell’Arengario, il balcone opera dello scultore dorico Mentore Maltoni; verranno conservate la statua della Vittoria Alata, in marmo di Carrara, firmata dall’artista anconetano Sanzio Blasi, e l’altorilievo raffigurante San Sebastiano, che domina, da una nicchia, il salone per le cerimonie, al piano rialzato.
Le date – Passa veloce dal fascino delle forme alla sostanza delle cifre, Gallo. “Sarà una ristrutturazione da 3-4 milioni”. Chiude il teorema mostrando il lato pratico dello sfarzo. “L’edificio, che sarà operativo tra il Natale del 2025 e la primavera del ‘26, avrà un target mirato: i turisti più agiati, quelli dei traghetti, gli operatori economici del porto”. Concentra il suo sguardo sulla linea d’orizzonte che mette d’accordo cielo e mare. “Per noi è fondamentale l’indotto generato dalla cantieristica di lusso e da quella commerciale”. Guarda l’Adriatico con insistenza: “I nostri studi dimostrano che in città c’è necessità di un luogo dell’ospitalità a servizio dello scalo marittimo”. Segue la logica che sottende al suo ragionamento: “L’Autorità portuale sta lavorando benissimo”. Rammenta il raddoppio del bacino di Fincantieri e le nuove darsene. Sui numeri insiste: “Per quattro categorie d’intervento, suite, spa, bar e ristorante destinati non solo agli ospiti dell’albergo, prevediamo tra le 30 e le 40 assunzioni”. Persino il parcheggio non sarà un ostacolo, ma un privilegio: “Utilizzeremo i posteggi coperti già esistenti. Quando i clienti arriveranno, il nostro personale penserà a sistemare le loro auto”. Ribadisce un concetto, che per lui è un caposaldo: “Sono ottimista”. Un sentimento sostenuto dai fatti: “Quest’anno, nelle nostre strutture di Ancona e dintorni, sono passate 400mila presenze”. Come un luccicar le stelle.
24 Novembre 2023 – CentroPagina.it Niccolò Moricci
Ancona, il Palazzo del Mutilato un hotel a 5 stelle? Insorge il Comitato: “La Regione non valorizza la storia”. La Regione sarebbe intenzionata a vendere lo storico edificio che si trova in corso Stamira. Il Comitato ‘Storia e cultura linfa della città’ non ci sta
La Regione annuncia la vendita del palazzo del Mutilato. Insorge Alessandra Maltoni, presidente del comitato ‘Storia e cultura linfa della città’. Stando a quanto comparso oggi (24 novembre) sull’edizione dorica del Corriere Adriatico, pare che l’ex palazzo del Mutilato (tra via Astagno e corso Stamira) stia per diventare il primo hotel a 5 stelle di lusso del capoluogo, con tanto di cocktail bar, suite e spa.
“Voglio esprimere la totale delusione nell’apprendere che la Regione Marche si accinge a vendere il Palazzo del Mutilato per il quale da anni chiediamo, come Comitato, oltre alla ristrutturazione dell’edificio diventato fatiscente, la sua destinazione d’uso pubblico o quanto meno privato ma con funzione pubblica”.
Il palazzo, progettato nel lontano 1938, fu per anni la sede del Consiglio regionale. La cronaca locale dà per certo il versamento di una caparra di 200mila euro e il perfezionamento dell’acquisto pari a 1,7 milioni. La ristrutturazione potrebbe costare fra i 3 e i 4 milioni.
“Chiedemmo inizialmente, cercando di coinvolgere anche gli istituti storici, di valorizzarlo con una possibile riapertura dotata di sale di lettura e di una cittadella della storia, tutto per restituire il palazzo agli anconetani”, prosegue Maltoni . Che fa sapere: “È uno scandalo, una cosa assurda”.
“Apprendere che un palazzo storico e così altamente simbolico e rappresentativo della storia e dell’arte diventerà proprietà di una spa per miliardari ci lascia dell’amaro in bocca. Una spa – ribadisce la presidente – destinata a garantire ad Ancona l’accoglienza col tappeto rosso allo sbarco degli Onassis croceristi”.
Non usa mezzi termini, la presidente dell’organizzazione, nell’esprimere – per così dire – il proprio disappunto: “La trasformazione della nostra città in una ‘Las Vegas’ non era (e non sarà mai) tra gli obiettivi del nostro comitato ‘Storia e Cultura’”.
09 luglio 2024 – Il Resto del Carlino Redazione
La Casa del Mutilato a 5 stelle. Ceduta all’asta a 1,6 milioni di euro. Il Comune si prepara alla variante
Ci sarà un cambio di destinazione d’uso per la trasformazione del palazzo di proprietà della Regione: incasserà il contributo di valorizzazione, circa 12 mila euro. Si va verso il recupero di un contenitore dismesso.
Ceduto con un bando a 1,6 milioni di euro al gruppo Cecconi di Camerano, gli stessi proprietari dell’Hotel City. Mancano i dettagli, tra cui il passaggio in giunta e in consiglio comunale di Ancona per la variante di destinazione d’uso che andrà ad azzerare alcuni vincoli. Un ulteriore ribasso ha portato la cessione del’immobile di proprietà della Regione ala cifra finale a cui dovranno essere aggiunti almeno 3 milioni di euro per la ristrutturazione e la trasformazione da ex sede del Consiglio regionale, con annessi uffici e quant’altro, ad albergo di lusso nel cuore della città.
Qualcosa di cui la città ha davvero bisogno visto la penuria di offerte sotto il profilo della ricettività. Presto un altro contenitore dismesso da quasi vent’anni, l’ex albergo Roma&Pace, che si trova a 100 passi dalla Casa del Mutilato e dalla sua meravigliosa facciata, potrebbe diventare un hotel di altissima qualità. La frastagliata proprietà, una trentina di famiglie, pare aver trovato un accordo per la cessione diretta (non al’asta) a un imprenditore del territorio. L’eventuale preliminare potrebbe essere firmato davanti a un notaio ala fine di questo mese.
Tornando al’ex palazzo di proprietà della Regione, con la cessione ormai fatta, mancano i dettagli urbanistici tra cui il superamento del vincolo legato ala preziosissima facciata, annerita e brutalizzata dallo smog degli ultimi decenni. L’amministrazione comunale ha concesso il permesso in deroga e presto il documento andrà in giunta per l’ok da ratificare in sede di consiglio comunale. Un atto formale e dovuto che la maggioranza di centrodestra avallerà senza dubbio. Il Comune di Ancona incasserà il contributo di valorizzazione per il cambio di destinazione d’uso, circa 12mila euro, una variante necessaria alla proprietà per trasformare l’edificio da sede politica che fu a futuro hotel super lusso nel cuore del capoluogo. L’ennesimo atto allontana sempre di più la storia gloriosa di quel palazzo dalla volontà del Comitato ‘Storia e cultura linfa de la città’ che per anni ha chiesto a gran voce che la Casa del Mutilato fosse recuperato per farne uso pubblico.
09 luglio 2024 – CronacheAncona.it Redazione
A Palazzo del Mutilato un albergo di lusso: via libera della giunta comunale. Per avviare il progetto di restauro e risanamento conservativo sullo storico edificio di corso Stamira serve in via preliminare un cambio di destinazione d’uso da direzionale a turistico-ricettivo in deroga agli strumenti urbanistici e l’ultima parola ora spetterà al Consiglio comunale.
Un albergo di lusso a Palazzo del Mutilato. Il progetto, rispettoso della partizione originale degli ambienti dello storico edificio di corso Stamira, richiede però in via preliminare una modifica della attuale destinazione d’uso dell’immobile da direzionale (oggi è classificata come ‘Sedi istituzionali/amministrative’) a turistico-ricettivo in deroga alla disciplina urbanistica dell’area del centro di Ancona. L’ultima parola spetterà pertanto al Consiglio comunale. L’istanza è stata presentata al Servizio Edilizia Privata del Comune dalla società Dolcenuvola s.r.l., in veste di promissaria acquirente dell’immobile, e la giunta Silvetti ha espresso parere favorevole “in considerazione della sua qualità di opera di interesse pubblico”, si legge nella delibera. Ora la palla passa all’assemblea cittadina che dovrà pronunciarsi sul rilascio del titolo edilizio in deroga per l’edificio negli anni Trenta del secolo scorso, dando così l’ok definitivo della proposta progettuale per l’intervento di restauro e risanamento conservativo dell’immobile, sottoposto ai vincoli della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio delle Marche che ha già rilasciato il suo placet per la nuova vita.
Le linee guida del restyling di Palazzo del Mutilato in hotel a 5 stelle, a firma dell’architetto Corrado Baldelli, prevedono innovazioni legate principalmente alla individuazione dei servizi igienici per le camere, prevedendo il piano interrato dedicato ad un centro benessere, il piano terra ed il piano primo agli spazi comuni (ingresso, ristorante, sala riunioni e convegni) e i piani superiori dedicati alle camere. Gli apparati decorativi presenti al piano primo, ed in particolare nel salone di rappresentanza, saranno interessati da interventi di restauro. Nel dettaglio l’edificio, già rimaneggiato nella distribuzione in occasione dell’insediamento della giunta regionale, manterrà “una sostanziale conferma dello stato di fatto. Verranno eliminate le aggiunte incongrue eseguite negli anni ‘90 (controsoffitti, impianti e controparti). A livello di distribuzione funzionale si avrà il piano interrato dedicato ad un centro benessere, il piano terra ed il piano primo agli spazi comuni (ingresso ristorante sala riunioni e convegni) i piani superiori dedicati alle camere. Viene in questo modo rispettato quanto prescritto dalla Soprintendenza che richiede che “gli ambienti di maggior rappresentatività vengano assicurati alla fruizione pubblica” specifica la relazione tecnica allegata alla delibera di giunta.
Per garantire la conservazione dell’apparato decorativo relativo al salone che dal piano nobile in generale “sarà necessario far correre gli impianti del piano secondo all’estradosso del solaio di interpiano per tale motivo verranno per quanto possibile smontati i pavimenti originali andando ad realizzare uno strato – prosegue la relazione – che permetta il passaggio degli impianti indispensabili al funzionamento della nuova destinazione d’uso. I pavimenti verranno montati ed integrati laddove sia impossibile recuperare il materiale originale con graniglie identiche per colore e decoro che verranno realizzate ad hoc. Laddove non si riesca per motivi legati all’adesione delle piastrelle in graniglia a staccarle senza danneggiarle, saranno lasciate sul posto e protette con un elemento di disgiunzione (guaina in polietilene) e gli impianti saranno posti al di sopra. Gli impianti del piano terzo verranno fatti correre a soffitto del piano secondo così da evitare di intervenire sui pavimenti”.
Anche gli infissi interni saranno conservati e riutilizzati per quanto attiene quelli del piano primo. “Quelli dei piani superiori risultano di scadente fattura ed in stato di conservazione in alcuni casi pessimo e saranno quindi selezionati e sostituiti laddove risulti impossibile il riutilizzo. – si legge ancora negli elaborati di progetto – Il taglio acustico delle porte delle stanze sarò garantito da una controporta di idonea fattura. Gli infissi esterni originali saranno conservati e restaurati mentre verranno eliminate le controfinestre di pessima fattura di realizzazione recente poste all’esterno dell’originale. Verranno inseriti dei nuovi infissi all’interno degli ambienti al fine di garantire confort termico ed acustico. La centrale impianti sarà collocata al piano interrato con una adeguata griglia di ventilazione. Nel sottotetto verranno inserite le unità esterne dell’impianto di climatizzazione in posizione invisibile dalla strada”. La copertura verrà smantellata, ricostituita e coibentata.
22 luglio 2024 – AnconaToday.it Antonio Bomba
Ancona avrà il suo primo hotel a 5 stelle, il consiglio comunale ha detto ‘sì’: «Aumenterà il prestigio e l’attrattività della città tutta»
La proposta di delibera per la deroga al piano regolatore è passata con il voto favorevole di tutti i presenti. I consiglieri di opposizione si sono convinti a votare ‘sì’ una volta appreso dall’assessore Angelo Eliantonio che i gestori stanno stipulando una convenzione con il parcheggio Stamira
Il progetto dell’hotel a 5 stelle a Palazzo del Mutilato
Ancona avrà finalmente il suo primo hotel a 5 stelle. E sorgerà all’interno del Palazzo del Mutilato di corso Stamira. A deciderlo è stato questa mattina il consiglio comunale che ha visto tutti e 30 i consiglieri presenti votare a favore del necessario permesso a costruire in deroga rispetto al piano regolatore. Un passaggio necessario, visto che il piano urbanistico per il corso prevede un fronte unico di locali commerciali.
La proposta era già passata in commissione il 15 luglio, dove però i consiglieri di opposizione si erano astenuti dal votare, visto che non vi erano state a loro modo di vedere rassicurazioni sufficienti per quel che riguarda il problema dei posti auto. Invece oggi, durante l’illustrazione della proposta di delibera, l’assessore al Patrimonio Angelo Eliantonio ha annunciato che la società sta trattando per una convenzione con il parcheggio Stamira. Così, scongiurato il pericolo che la nuova struttura ricettiva possa togliere posti auto nei parcheggi Cialdini e Traiano, anche l’opposizione si è convinta a votare ‘sì’.
Per il resto il progetto ha già ricevuto parere favorevole da parte di soprintendenza e vigili del fuoco, tanto che il restauro e il risanamento conservativo saranno rispettosi degli ambienti originali. Le uniche innovazioni saranno principalmente legate ai servizi igienici delle 18 camere che sorgeranno al secondo piano. Al primo, come al piano terra, troveranno spazio il ristorante, la sala riunioni e quella per le conferenze. Al piano seminterrato invece verrò collocato un centro benessere. «L’intervento – ha sottolineato Eliantonio – è qualificabile come opera di interesse pubblico perché la struttura ricettiva in sé risulta atta a soddisfare interessi di rilevanza collettiva e di prestigio. E lo è ancor di più perché sarà a 5 stelle, la prima e unica della città di Ancona. Come contributi di costruzione risultano il versamento una tantum di 12.400 euro, mentre il costo di costruzione è in corso di definizione ma risulta al momento di 67.000 euro». Poi, la già citata chiave di volta che ha convinto l’opposizione della bontà dell’intera operazione: «Abbiamo contezza – ha spiegato l’assessore – che la proprietà sta stipulando un accordo con il parcheggio Stamira e che quindi non sottrarrà posti ai parcheggi Traiano e Cialdini».
Francesco Andreani di Ripartiamo dai Giovani ha sottolineato come «finalmente Ancona potrà avere una struttura di livello. Un 5 stelle significa avere anche un turismo di qualità. Ancona si sta affacciando ad essere una città attrattiva. È sintomo che stiamo lavorando bene». Giacomo Petrelli del Partito Democratico ha spiegato invece che: «in commissione abbiamo fatto riferimento alla questione dei parcheggi. Oggi prendiamo atto di quanto detto dall’assessore Eliantonio. Ci riserviamo nel tempo di vagliare le azioni che il Comune adopererà per facilitare la gestione dei parcheggi da parte della società che avrà in carico l’investimento di realizzare un 5 stelle». Jacopo Toccaceli di Fratelli D’Italia: «Come detto in commissione questa delibera e questo albergo sono una vittoria per la città di Ancona. Significa anche che questa amministrazione sta rendendo la città sempre più attrattiva. Sarà una visione di parte, ma questo è un fatto. È una prima volta perché ci siamo noi». Massimo Mandarano di Italia Viva: «Bene fare qualcosa per questi immobili. Abbiamo troppe ‘cattedrali’ brutte e abbandonate che non danno una bella immagine per la città. E poi queste cose portano nuove opportunità di lavoro». Favorevole, ma con altri punti di vista, è invece Carlo Maria Pesaresi di Ancona Diamoci del Noi: «Annuncio il voto favorevole. Però ho una vena di dispiacere. Perché per un immobile a destinazione pubblica non si è riusciti a trovarne una culturale o sociale. Poi va bene pure l’hotel. Sulla questione parcheggi – è il secondo punto – io continuo a ritenere che non si possa immaginare lo sviluppo economico e turistico parlando di parcheggi. Anzi, andrebbe fatto l’esatto contrario. I centri andrebbero liberati dalle auto».