Come indicato nel capitolo precedente, il Rigoletto nacque ed iniziò le sue pubblicazioni nel 1899, si avete capito bene, milleottocentonovantanove!
Nel corso dei decenni successivi visse numerose chiusure e riaperture, che nel dettaglio potrete trovare nel prossimo capitolo.
Dopo la rinascita del 1935 seguì un vuoto di alcuni decenni, fino a che “il solito” Mario Panzini organizzò una nuova resurrezione, radunando i migliori poeti vernacolari allora in attività; la storia di quegli anni è nelle parole dello stesso Mario, che potete leggere qui di seguito.
Riguleto – 1978/1986
Periodico mensile in vernacolo anconetano e qualche raro lavoro in lingua italiana, uscito nel periodo tra il 1978 e il 1986. La didascalia sotto il titolo diceva “Sorte quant’j pare a lu”.
Proprietario ed editore era Alberto Galeazzi; redattore capo Mario Panzini (fino al 1983), redattori Elio Giantomassi (segretario e dal 1983 redattore capo), Gualtiero Ansevini, Alessandra Ascoli, Giorgio Barletta, Marilena Boari Zaggia, Ugo Cedroli, Bruno Frati, Mirko Giacomucci, Giulio Magi, Ernesto Marini fino al 1979, gli è subentrato Renato Mele, Ivo Rosetti fino al 1984. Tra i diversi i collaboratori esterni, Enrico Saviotti “Murtatela”, che ha messo a disposizione i locali del “Vigolo” per le riunioni fino al novembre 1978, successivamente le riunioni si sono svolte allo “Strabacco” di Danilo Tornifoglia fino all’ottobre 1983 e poi nella sede del Gruppo culturale Dopolavoro Ferroviario; collaboratori disegnatori Emo Pandolfi, Walter Piacesi, Francesco Paolo Matarante, Francesco Giorgetti.
La data di questa rinascita su un’idea di Mario Panzini è quella del 27 dicembre 1977, il primo numero è uscito il 25 Marzo 1978.
La rivista nel corso degli 8 anni di vita ha provato anche a cercare un accordo per uscire in edicola come supplemento di un giornale locale, prima con la Gazzetta d’Ancona, e successivamente con il Corriere Adriatico, ma in entrambi i casi senza ottenere alcun risultato utile.
Di seguito i ritratti caricaturali dei partecipanti dalla mano magica di Emo Pandoli