La stradina che parte all’altezza della “Casa del Boja”, sotto San Ciriaco, conduceva sino al mare passando dietro il muro di cinta del Cantiere.
Vi era una breve spiaggia sassosa poi una zona di scogli che rapidamente prendeva profondità sentita. Sullo sfondo era il gruppo formato dai tre scogli maggiori: San Clemente, San Clementino e la Volpe.
Il nome di San Clemente e di San Clementino sono di facile derivazione: ricordano l’omonima chiesa che nella seconda metà del Cinquecento era ancora in piedi, anche se viene prescritto che doveva essere rinnovato il tetto e si fa presente che per arrivarvi bisogna aspettare la bassa marea. Poi, senza saper precisamente quando, la chiesa sparisce e si formano i tre scogli principali con altri meno voluminosi.
La chiesa, secondo la tradizione, era stata eretta sui resti di un tempio dedicato a Diomede, appartenente quindi al periodo pre-romano.
Più difficile è trovare la derivazione del nome dello scoglio della Volpe. Secondo uno storico francese il porto principale era chiamato ‘vulpulum’ mentre quello secondario o adibito a cantiere navale era detto Arcina, da cui poi deriverà Arsenale. Escluso quindi ogni riferimento all’animale, è da ritenersi che il nome di Scoglio della Volpe sia quanto rimane della memoria dell’antico porto romano.
Da “Ancona dentro le mura” di Vincenzo Pirani